Recensione “Il nostro pianeta”: docuserie Netflix

Anteprima serie Il nostro Pianeta

Ammirare la ricchezza della natura che ci circonda è qualcosa che definirei quasi terapeutico e visitare parchi, fare dei giri in montagna o in zone protette è qualcosa che dovrebbe far parte più spesso della nostra routine.

Alcuni luoghi però sono difficili da raggiungere se non del tutto inospitali per l’uomo e la quantità di natura e di vita che non riusciremo mai a vedere con i nostri occhi è inimmaginabile.

Questo documentario ci aiuta a conoscere il mondo intorno a noi e a scorgere direttamente dal divano di casa anche quello che normalmente non potremmo mai vedere in tutta la nostra vita.

Un piacere per gli occhi

Questa docuserie nasce da una collaborazione fra Netflix, WWF e Silverback Films, durata ben 4 anni e la cui voce narrante in inglese è di David Attenborough, ma la trovate anche tradotta in italiano con la voce del doppiatore Dario Penne.

Innanzitutto come ho già accennato questa è una serie da vedere, bella per gli occhi, maestosa.
Ci sono delle immagini che rimarranno per sempre impresse nella mia mente e che non avrei mai potuto nemmeno immaginare senza questa serie.

Più volte sono rimasta letteralmente a bocca aperta nel vedere le particolarità fisiche di alcune specie (l’episodio 6 Mare aperto con gli animali bioluminescenti è spettacolare), opppure le loro modalità di caccia e corteggiamento (i piumaggi degli uccelli del paradiso sembrano essere stati creati dai costumisti migliori del mondo per accompagnare delle performance degne di Broadway) o, ancora, le distese infinite di animali che si riuniscono in un unico luogo per accoppiarsi o cercare i loro cuccioli appena nati.

Tecnica di caccia delfini
Peculiare tecnica di caccia di alcuni delfini, scena tratta da Il nostro pianeta.

La serie è formata da 8 episodi di circa 50 minuti l’uno, ognuno incentrato su un ambiente diverso: dai paradisi di ghiaccio dei mondi congelati, alle praterie americane, dai deserti e i suoi elefanti ai meandri bui degli oceani.

Gli episodi mostrano non solo i residenti di questi habitat, ma anche l’interdipendenza che esiste fra questi animali e come la mancanza di una sola delle specie che lì vi abitano o alcuni cambiamenti del clima dovuti al riscaldamento globale possano a catena rompere tutti gli equilibri che permettono la vita.

Metà dell’ossigeno che respiriamo, ad esempio, è prodotto dal bosco marino del fitoplancton che, proprio come i nostri boschi sulla terra, creano particelle che aiutano l’umidità a formare le nuvole, regolando così il clima e trasportando acqua fresca in tutto il mondo.

Distesa di uccelli
Distesa di uccelli Cormorani di Guanay, scena tratta da Il nostro pianeta.

Cosa possiamo fare noi?

Rispetto ai documentari del passato secondo me la docuserie “Il nostro pianeta” ha qualcosa in più: fa riflettere sullo spettacolo della natura, ma anche su cosa minaccia la loro esistenza sulla terra, propone soluzioni e mostra il problema sotto diversi punti di vista.

È vero che il pesce sta per finire, un terzo delle riserve mondiali di pesce è già finito, ma esiste la pesca sostenibile.
Un decimo del pesce che mangiamo è composto da acciughe, per evitare che non rimanga niente si deve tener conto dell’importanza delle zone protette.

A proposito dell’ambiziosità dell’immaginare un mondo pieno di zone protette Edward O.WIlson ci ha visto lungo e ne ho parlato nell’articolo che si chiama Immaginare il futuro con “Metà della Terra”.

L’agricoltura distrugge alcuni habitat, ma l’agricoltura tradizionale fatta in Ungheria lascia i campi con la loro enorme ricchezza naturale.

Insomma le risorse sanno rigenerarsi, la natura è ricca: non c’è bisogno di abusare della sua abbondanza, ma di capire come sfruttarla intelligentemente e in modo sostenibile, cioè in modo che ce ne sia sempre per tutti e per le generazioni future.

Imparare i meccanismi che regolano la vita intorno a noi penso sia fondamentale per imparare anche a prendersene cura.

Alla fine di ogni episodio inoltre c’è l’invito

a visitare il sito WWF collegato al progetto Our Planet per approfondire su cosa sia possibile fare nel nostro piccolo perché non siamo i soli ad aver bisogno di acqua dolce, dei mari, delle foreste e dei deserti, ma siamo i soli ad avere potere di scelta:

scegliere innanzitutto di conservare questa ricchezza, in modo sostenibile, e decidere come distribuirla.

Fenicotteri rosa
Distesa di fenicotteri rosa, scena tratta da Il nostro pianeta.
Firma Chiara